Enza Pecorari - soprano
Giulio Chiandetti - liuto
Massimo Somaglino - attore
PROGRAMMA
John Dowland (1562/3?-1626) The Most Sacred Queen Elizabeth, Her Galliard per liuto John Dowland - ("The First Booke of Songes or Ayres", 1597/1613) "Come againe" "Can she excuse my wrongs" per canto e liuto Anonimo del XVI° secolo Kemp's Jig per liuto William Shakespeare (1564-1616) Robert Johnson (1582?-1633) "Full fathom five"- ( Shakespeare, "La tempesta", 1611) )(Ariel) "Where the bee sucks"- (Shakespeare, "La tempesta") per canto e liuto Anonimo del XVI° secolo "Go from my window" per liuto Robert Johnson "Hark, hark! the lark" - (Shakespeare, "Cimbellino" ca. 1609) "Get you hence, for I must go" - (Shakespeare, "Il racconto d'inverno", ca. 1611) per canto e liuto John Dowland Lady Laiton's Almain per liuto William Shakespeare da "Romeo e Giulietta" Atto II - Scena II: Romeo e Giulietta Thomas Morley (1557/8-1602) - "The First Booke of Ayres" (1600) "It was a lover and his lass" - (Shakespeare, "Come vi piace") per canto e liuto Thomas Morley - (Shakespeare, "La dodicesima notte") "O mistress mine" "Farewell, dear love" per canto e liuto *** John Dowland Mrs Vaux's Galliard per liuto "Fine knacks for ladies" per canto e liuto Tarleton's Riserrectione per liuto Thomas Morley - (Shakespeare, "Otello" ) (Desdemona) "Sing willow, willow, willow" per canto e liuto William Shakespeare da "Otello" Atto V - Scena II: Otello e Desdemona
da ("The First Booke of Songes or Ayres", 1597/1613) "Flow my tears" per canto e liuto Galliard on Walsingham - (Shakespeare, "Amleto" ) per liuto Anonimo del XVI° secolo - (Shakespeare, "Re Enrico V") Callinoe per liuto John Dowland - (Shakespeare, "I due gentiluomini di Verona") Toy: The shoemaker's wife per liuto
Greensleeves a voce sola John Dowland Mrs Winter's jump per liuto da ("The First Booke of Songes or Ayres", 1597/1613) "Come away, come sweet love" per canto e liuto
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Nelle rappresentazioni di William Shakespeare ci sono
oltre quattrocento riferimenti alla musica, a canzoni specifiche, a pezzi che dovevano
essere eseguiti come parte dell'azione, a richiami militari, a musica per l'entrata o
l'uscita dei personaggi, varie istruzioni per il ballo, riferimenti alle canzoni popolari.
In alcuni casi le canzoni sono citate parzialmente e apparentemente non vengono cantate,
oppure sono soltanto menzionate. Shakespeare adotta brani del repertorio popolare coevo o
compone lui stesso le liriche ed assegna queste canzoni a servi, clowns, giullari. I
personaggi più importanti di norma non cantano ma la maggior parte delle canzoni è
indirizzata comunque ai personaggi principali. La musica vocale infatti detiene la forza
per esaltare uno stato d'animo o per caratterizzare maggiormente un personaggio e talvolta
viene anche usata per ridicolizzare la trama o il personaggio stesso. Nelle
rappresentazioni prodotte a corte, a differenza di quelle svolte in teatri pubblici,
spesso all'aperto, Shakespeare ha a disposizione un buon numero di musicisti e cantanti.
La musica è quindi maggiormente presente in queste produzioni teatrali. Di solito c'è un
trombettista, un oboista, un flautista, un suonatore di flauti dolci, un violinista e un
liutista. Questi complessi si possono disporre anche sul palcoscenico mentre al di fuori di esso si dispongono i musicisti incaricati di creare la musica a commento di una determinata scena, come la musica per un film. C'è poi un ricorrente richiamo nell'opera di Shakespeare al simbolismo degli strumenti dell'epoca elisabettiana: troviamo che gli oboi, strumenti a fiato, se suonati sono presagio di disgrazia; l'oboe veniva spesso impiegato nelle scene con le streghe. Il suono del liuto e delle viole invece richiamano le forze benevole sullo spirito umano. "C'è in Shakespeare un'idea platonica della musica come "musica delle sfere" e dell'effetto delle armonie celesti e terrene sulla salute dello spirito umano" (Mary Springfels). Shakespeare cita inoltre gli strumenti musicali e la loro tecnica esecutiva come base per doppi sensi a carattere sessuale o per metafore. I folk-songs e le melodie delle ballate a cui così spesso Shakespeare fa riferimento, erano conosciute dal pubblico di tutti i ceti sociali; Shakespeare le usa anche per giochi di parole o per evocare sentimenti diversi; a quel tempo era infatti molto in voga il parodiare le canzoni per creare un dialogo con doppi sensi tra i personaggi. La musica del teatro elisabettiano è semplice e vivace, adatta alla maggior parte del pubblico e anche alle rappresentazioni svolte all'aperto. Shakespeare predilige in particolare le semplici canzoni tradizionali inglesi più che le preziose composizioni polifoniche del periodo, perché le prime si piegano meglio ad un cambio d'abito testuale e stemperano la tensione accumulatasi nelle scene più importanti e drammatiche. Il programma s'inizia con un brano di John Dowland (1562/3?-1626):"The Most Sacred Queen Elizabeth, Her Galliard" per liuto. La regina Elisabetta era una provetta suonatrice di tastiera e forse anche liutista. La dedica di Dowland alla regina, più che un atto dovuto di un suddito inglese, evidenzia il desiderio di Dowland di venir assunto a corte come liutista. Le danze più in voga a quel tempo erano la Pavana, di andamento solenne, l'Almayne, di andamento più mosso e la Gagliarda, danza in tre tempi a saltelli vigorosi di cui la regina Elisabetta era particolarmente appassionata. Elisabetta I (Greenwich 1533/Richmond 1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, ebbe il merito di consolidare il regno d'Inghilterra e, in una nuova epoca di prosperità, fece rinascere le arti e le lettere. Questa magnifica fioritura letteraria ebbe in Shakespeare il suo massimo esponente in campo teatrale. Di John Dowland da "The First Booke of Songes or Ayres", (1597/1613) vengono presentati due Songs per canto e liuto: "Come againe" (Vieni di nuovo, dolce amor adesso invita) e "Can she excuse my wrongs" (Potrà scusare i miei torti). John Dowland fu compositore, liutista e cantore. Nacque a Dalkey, presso Dublino nel dicembre 1562 e morì a Londra nel febbraio del 1626). Neanche ventenne, entrò a servizio dell'ambasciatore inglese a Parigi. In seguito ricevette il baccellierato di musica da Oxford e Cambridge. In seguito viaggiò in Italia e Germania finché venne assunto come liutista presso la corte di Cristiano IV di Danimarca; ritornato in patria (1606), ricoprì finalmente, dal 1612, la stessa carica alla corte di Londra. La sua fama di compositore si affida principalmente alle raccolte di Songs per voce e liuto, molti dei quali hanno melodie di ispirazione popolare mentre altri rivelano l'influsso dei madrigalisti europei. Molto nota è anche una raccolta di Pavane per viole e liuto intitolata "Lachrimae" (1604) in cui dominano i temi melanconici. In "Can she excuse my wrongs" l'accompagnamento del liuto realizza come contrappunto un frammento del tema popolare "The Woods so wilde". Il brano per liuto di Anonimo del XVI° secolo Kemp's Jig, prende il nome da uno dei più famosi clowns e attori dell'epoca Elisabetttiana: Kemp o Kempe (1560-1603 ca.), conosciuto in particolare per le sue doti di ballerino. Con la compagnia teatrale "The Chamberlain's Men", Kempe impersonò numerosi personaggi Shakespeariani tra cui Dogberry (Carruba) in "Molto rumore per nulla" e Peter in "Romeo e Giulietta". Si pensa che impersonò anche Bottom in "Sogno di una notte di mezza estate", Lancelot Gobbo in "Il mercante di Venezia" e Falstaff. Gli attori di questo periodo ricoprivano fino a cinque personaggi nelle "Jiggs" o "Burlesque" e intonavano melodie allora in voga come "Walsingham". L'attore Massimo Somaglino legge di William Shakespeare (1564-1616) da "La tempesta", la Scena II dall'Atto I: Ariel e Prospero. Del compositore Robert Johnson (1582?-1633) vengono presentate due canzoni tratte da "La Tempesta" di Shakespeare: "Full fathom five" (A cinque braccia di profondità giace mio padre) Atto I, Scena II, verso 396 e "Where the bee sucks" (Dove succhia l'ape), Atto V, Scena I, verso 88. Sono due contrastanti e graziose canzoni che vengono cantate da Ariel, spirito dell'aria. In "Where the bee sucks" Ariel descrive se stesso. Il compositore Robert Johnson fu membro della compagnia teatrale di Shakespeare "The King's men" dal 1609 fino al 1623. Queste due canzoni furono probabilmente usate nella prima rappresentazione del "La Tempesta" nel 1611. Per liuto solo segue di Anonimo del XVI° secolo "Go from my window" (Allontanati dalla mia finestra). La canzone è presente nelle opere shakespeariane in diversi momenti. La canzone "Hark, hark! the lark" (Ascolta l'allodola) di Robert Johnson si ritrova nel "Cimbellino" di Shakespeare, opera del 1609. La canzone è usata per segnare lo scorrere del tempo, la notte che si tramuta in giorno. La musica è in contrasto con l'atmosfera di tragedia che pervade la scena precedente. "Get you hence, for I must go" (Va via che devo andare) invece è tratta dal "Racconto d'inverno", del 1611. Il programma prosegue con un brano per liuto solo di John Dowland: "Lady Laiton's Almain". Di William Shakespeare, viene presentata la Scena II dell'Atto II da "Romeo e Giulietta". Di Thomas Morley (1557/8-1602) viene proposta "It was a lover and his lass" (C'era un amante con la sua ragazza) per canto e liuto che ritroviamo in "Come vi piace", Atto V, Scena III, verso 17. È uno dei Songs più conosciuti tra quelli inseriti nella produzione teatrale di Shakespeare. Questa versione di Thomas Morley fu pubblicata nel 1600 nelle "Ayres or Little Short Songs". La canzone viene cantata nella commedia da due paggi, probabilmente dei bambini, ma si riferisce all'incontro di due amanti in un campo di mais a primavera inoltrata. In Shakespeare, "La dodicesima notte", Atto II, Scena III, verso 40 è inserita "O mistress mine" (O mia signora) un'altra canzone del periodo, molto conosciuta. La melodia è anonima; Thomas Morley ne ha fatto un adattamento per canto e strumenti nelle sue "Consort Lessons" del 1599. Shakespeare riporta soltanto una strofa delle tre pubblicate da Morley. La canzone venne cantata all'epoca dal celebre attore Robert Armin nel ruolo di Feste.Di seguito "Farewell, dear love", (Addio caro amore) sempre di Morley, per canto e liuto. la canzone sta in "La dodicesima notte", Atto II, Scena III. La melodia fu pubblicata per primo da Jones in "First Book of Songs and Ayres", del 1600. Segue un'altra composizione strumentale di John Dowland: "Mrs Vaux's Galliard" per liuto; anch'essa è dedicata ad un signora, com'era in uso nei tempi antichi che il musicista omaggiasse i suoi mecenati in segno di riconoscenza e sottomissione. Di John Dowland dal "Second Book of Songs" del 1600, viene presentata "Fine knacks for ladies" (Bei gingilli per le donne) per canto e liuto. Tarleton, morto nel 1588, a cui John Dowland dedica il brano "Tarleton's Riserrectione" per liuto, era un attore comico shakespeariano di straordinaria bravura e uno dei più famosi della sua epoca. Componeva anche Ballate ed era il giullare preferito della Regina Elisabetta I. Sembra che le sue doti abbiano influenzato Shakespeare nel delineare il personaggio di Bottom di "Sogno di una notte di mezza estate" e si dice che Tarleton stesso sia stato il modello per il giullare di corte Yorick che troviamo in "Amleto". Ancora di Thomas Morley: "Sing willow, willow, willow" (Canta o salice), presente nell'"Otello" di Shakespeare, Atto IV, Scena III, verso 41. La canzone è intonata da Desdemona appena prima della tragedia finale, cioè prima d'essere uccisa dal suo amato marito. La canzone è molto antica ed era conosciuta da Shakespeare che la utilizza per rendere ancora più drammatica la scena. Viene presentata la Scena II dall'Atto V dall'"Otello" di William Shakespeare: Otello e Desdemona. Segue l'intensa e bellissima "Flow my tears" (Sgorgate lacrime mie), per canto e liuto, tratta da "The First Booke of Songes or Ayres" (1597/1613) di John Dowland. Il brano è emblematico per il suo famosissimo inizio, il tetracordo discendente frigio la-sol-fa-mi. Originariamente era una pavana composta per liuto solo con il titolo di "Lachrimae". Nel 1604 apparve anche un arrangiamento per consort di viole e liuto sotto lo stesso nome. Il brano è dedicato alla regina Anna, la moglie di Giacomo I e sorella di Cristiano IV. Il motivo "Lachrimae" divenne uno dei temi più conosciuti in Inghilterra e all'estero. Numerosi compositori lo citarono o lo copiarono e divenne quasi un logo o sinonimo di Dowland. Segue il brano "Galliard on Walsingham" sempre
di John Dowland, per liuto solo, che utilizza una melodia popolare allora
in voga. I primi versi scritti da Shakespeare recitano: "How should I your true
love know?". Questa melodia viene cantata dalla pazza Ofelia in "Amleto",
Atto IV, Scena V. In verità, la canzone "Walsingham" si riferisce al
tradizionale pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Walsingham, nei pressi di
Norfolk, in Inghilterra, a cui prendevano parte tutte le componenti del popolo. Le
indicazioni di palcoscenico indicano "Ofelia, con i capelli sciolti, canta e suona su
un liuto". La melodia di questa antica ballata attrasse anche altri musicisti
elisabettiani, ad esempio Byrd. Segue il brano per liuto "The shoemaker's wife" (La moglie del calzolaio) di Dowland, riferito alla commedia "I due gentiluomini di Verona". Uno dei più famosi temi popolari di tutti i tempi è "Greensleeves", qui proposto a voce sola. La canzone è citata in "Le allegre comari di Windsor", Atto II, Scena I, verso 64. Falstaff, rivolgendosi ad Alice esclama: "che piovano patate dal cielo; che tuoni la melodia di Greensleeves". Di J. Dowland, vengono infine proposti "Mrs Winter's jump" per liuto e la canzone "Come away, come sweet love" (Vieni via dolce amor mio!) per canto e liuto. |
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